martedì 17 settembre 2013

Evoluzione continua (diventerò un Super Sayan??)

L'altro giorno giocavo a "cassiere- cliente del supermercato" con il mio Gengio, mentre contavo le finte monete nel vecchio portafoglio regalatogli tempo fa, mi sono ritrovata fra le mani una vecchia SIM ...
A parte i messaggi imperdibili datati 2004/2005 che ho potuto rileggere, mi ha dato lo spunto per una riflessione piuttosto profonda ...
Dieci anni fa ... Cos'ero dieci anni fa?
Oh, ero molto, ma molto diversa.
Studiavo, ora sono laureata.
Lavoravo in un ipermercato part time per mantenermi ed il fine settimana in un pub per pagarmi l'università, ora sono un'educatrice che fa del suo meglio per far emergere le potenzialità dei bambini diversamente abili.
Ero fidanzata con un altro e poi sfidanzata e corteggiata e poi nei messaggi ce n'era uno che, bè, è di quello che ora è mio marito.
Eravamo due, ora siamo in tre.
E bene, questi sono i normali passaggi della vita diciamo, se uno lo vuole, comuni, comunque, ai più.
Ma c'è altro.
Ero onnivora, ora praticamente vegana.
Ero Aulin-dipendente per il mal di testa, ora guardo le medicine come se fossero il demonio.
Ero nel sistema, credevo nel sistema, ora frequento i siti di decrescita felice.
Ho vaccinato mio figlio, ora faccio parte del Comilva.
Credevo che il comportamentismo fosse un giusto metodo, l'unico metodo, invece ho cresciuto Gengio con amore e libertà, senza mai un castigo, un ricatto.
Certo, molto di me è rimasto (Dio ti ringrazio!) ...
Sono rimaste la Marta e la Gabry, amicissime per semprissimo.
La mia passione per la birra.
Gli immancabili periodi all'insegna di "Ah, quando ero single sì che mi divertivo!".
L'umorismo. Cinico.
La nostalgia in perfetto stile "male di vivere". Canaglia.
Però... Mi sento migliore. Sono migliore.

Vi lascio una ricetta (vegana, of course) ed un messaggio dell'imperdibile SIM :)

Riso Venere allo zenzero

"I ricordi fanno parte della vita, non è questione di progresso.
L'importante è regalarsene sempre di nuovi.
Non sei una qualunque, mi dispiace che lui lo sia."

Gabry



sabato 10 agosto 2013

Via il pannolino!

Il titolo completo dovrebbe prevedere "parte terza", ma non ho scritto altri post su questo altalenante percorso per i motivi che seguono... 
La "parte prima" è durata un solo giorno lasciandomi bene o male con un gesto di "spallucce": Gengio a marzo se ne esce con un "Io non voglio più il pannolino!", seguito dal mio sorriso e da un "Ok :)"; tre pipì addosso dopo segnano l'epilogo con l'imperativo "IO RIVOGLIO IL MIO PANNOLINO.", seguito dal mio "Ok O_O" ed il pensiero "Va bè, sarà per la prossima volta.".
La "parte seconda" inizia con la mia proposta, accettata, di provare le mutandine (causa irritazione in zona genitale e fiato sul collo da "Inizia la scuola materna OH MIO DIO mancano solo tre mesi"). Un flop totale: non chiama, non vuole essere cambiato se si fa la pipì addosso, anzi nega di averla fatta!, e finisce il terzo giorno col trattenerla per 8 ore filate. Piango di nascosto e rinuncio, sentendomi contemporaneamente perdente e cretina. Not bad.
La "parte terza" arriva inaspettata a metà luglio.
Sto pulendo i pavimenti e dico senza la minima speranza ad un figlio ormai completamente votato al nudismo estivo "Amore se ti scappa la pipì e me lo dici la facciamo nel bagno :) " S: "Mi scappa adesso." Io: "Davvero?!O_O" "Sì." "Ah! Ehm... Ok! SE VUOI la puoi fare lì nel vasino...?" "Sì." Va, fa, sorrido, sorride, mi complimento, si entusiasma. Wow.
Ogni tanto gli ricordo di farla, lui acconsente e tutto fila liscio da non crederci.
Qualche incidente, chiaro. Ma nessuna scena madre per cambiarsi.
Qualche piccola regressione ora che ho smesso di ricordargli di fare la pipì e si deve autoregolare (ed io un po' mi agito al pensiero che la tenga di proposito come quel giorno), tipo "la faccio solo nel giardino" o "nel bagno del supermercato" che è sempre bello...
Ma comunque un lieto fine inaspettato <3
Consiglio "Da oggi la faccio qui!", una lettura che mi è capitata sotto mano ieri in biblioteca (a conti fatti, ma è piaciuta lo stesso e comunque quel testardo di mio figlio non fa nulla per imitazione quindi a nulla sarebbe valso...).
In definitiva, adoperatevi senza patemi, arriverà il loro momento...
Buono spannolinamento a tutti!





domenica 2 giugno 2013

Della gita in fattoria ed altre tragedie... :)

Ieri mattina abbiamo partecipato alla gita in fattoria organizzata dallo Spazio Gioco che frequentiamo abitualmente il sabato.
Le premesse non erano incoraggianti, in effetti ci sono stati una serie di "Io voglio rimanere a casa" e "Ma perchè dobbiamo andare?!?!" e "Non mi piace uscire!"...
Certi che si sarebbe ricreduto, abbiamo caricato in macchina Patato e via.
Un muso lungo che non s'immagina.
La fattoria era fantastica: mucche, cavallo, cani, conigli, oche, pavoni, anatre, galli, galline, prati, fieno, musica e bambini urlanti... Adooooooooooooooro! <3
Simone ha passato metà del tempo a giocare con la farina, l'altra metà ad insistere che lo riportassimo all'ovile, il suo.
"Vuoi accarezzare le mucche?? :D" "NO. Mi fanno paura.".
"Vuoi accarezzare il coniglietto? :)" "NO." E basta.
"Vuoi accarezzare il cavallo? :S" "Andiamo-a-casa." -.-'.
Ma comeeeeeeeeeee?!?!? Tutti i bambini adorano gli animali!!!
Siamo rimasti circa un'oretta, poi, io ed il donatore di mezzo corredo genetico di nostro figlio, sull'orlo di una crisi di nervi, ci siamo arresi.
Però... Però... Mumble... Mumble...
Però abbiamo sbagliato noi ad innervosirci: in fondo chi l'ha detto che gli animali, i prati e la vita di campagna debbano piacere a TUTTI i bambini?
Ogni bambino è un individuo con le proprie particolarissime peculiarità, ma purtroppo noi adulti non siamo abituati a rispettarle.
Rispettiamo gli interessi e le opinioni degli altri adulti, ma forziamo spesso i nostri figli a fare cose che non vogliono, solo perché a noi sembrano divertenti.
E' un pò come quando vado a vedere gli stage di aikido di mio marito: ci vado perché a lui fà piacere, ma a me l'aikido fà cag... , mi annoio a morte e quando finiscono di praticare in cuor mio esulto; il che è ovviamente incomprensibile per chi, come lui, pratica questa disciplina con dedizione e passione.
Ecco: la gita in fattoria sta a mio figlio come lo stage di aikido sta a me.
Il mio Gengio adora stare a casa, ama i numeri e la logica, il divano e le coccole, tutto il resto è noia, come diceva Califano.
E allora benedetto chi ha parcheggiato nel prato, così, in fattoria, c'era almeno una targa da guardare :)



giovedì 18 aprile 2013

Congiunture astrali in opposizione

Oh mamma, che fatica.
In questo periodo sono super-impegnata: e la riunione dell'Associazione Genitori, e la riunione del gruppo "Diamoci una mano", e l'incontro per gli accordi il laboratorio per i bambini, e il piccolo gruppo che organizza i giochi per la festa dell'8 giugno... Oltre chiaramente a lavoro, famiglia e un ipotetico concorso da preparare.
Ieri sera sono rientrata a mezzanotte passata.
Naturalmente il piccolo Gengio ha deciso di svegliarsi due ore prima del solito (la scritta sulla sveglia era 5.40).
Richiamando il gatto.
Che non sa leggere la sveglia.
Ed ha iniziato a calpestarmi la faccia reclamando che mi alzassi.
Rinforzato da Simone che mi diceva "Mamma VUOI alzarti. E' ora di svegliarsi!"
Ho rimbalzato.
"Stamattina si alza papà...".
Con un salto felino ho preso la piazza di mio marito, con una velocità che neanche il 14 luglio 1789 la Bastiglia.
Poi ho iniziato a tossire... Eh no cacchio!!
Niente, 20 minuti dopo ero in piedi.
Oggi lavoro il pomeriggio, mentre mio figlio, l'infingardo, si starà sparando un super pisolo.
Poi, trascinandomi come uno straccio, tornerò a casa, dove lui mi aspetta pimpante per giocare giusto quelle 2/3 ore prima di preparare la cena.
Ceno.
Lui và a letto.
Io esco.
Riunione.
Argh.


mercoledì 3 aprile 2013

Slow Life

Diciamo che abbiamo in media un'ottantina d'anni da passare qui.
Nei primi 18 che sono passati ho avuto la gran fortuna di una mamma casalinga (aperta 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni l'anno) e la gran sfortuna, per entrambi, di un padre "formula weekend" (e un weekend al mese per lo più) a causa del suo lavoro.
Per mio figlio le cose sono decisamente migliori, il papà lo può vedere tutte le sere a cena, me per gran parte della giornata.
Bé però il tempo del suo papà non mi basta. E non basta a lui. E non basta al suo papà.
Se tutto va bene mio figlio e mio marito si vedranno a cena ancora per circa una decina d'anni, fino a quando il piccolo, ormai adolescente, comincerà a disertarci chiamando alle 19 per dirci che mangia da un amico; e onestamente mi sembra poco.
Trovo assolutamente ingiusto che un uomo per riuscire a soddisfare le esigenze della propria famiglia debba passare 11 ore di ogni sua giornata dal lunedì al venerdì in un ufficio; esigenze basilari: vitto e alloggio e le altre che abbiamo tutti, vestiario, libri, qualche comodità-leggi pc e connessione, altrimenti mica mi stareste leggendo-.
Tra poco è il suo compleanno... Cosa mi piacerebbe regalargli? Un lavoro part-time.
E' possibile? Ora no.
Ma ho deciso di leggere questo libro Scappo dalla città. Manuale pratico di downshifting, decrescita, autoproduzione. Edizioni FAG, 2010 e qualcosa ne verrà fuori.
Perché ci sono troppe cose che trovo assurde:

  •  che i miei suoceri vivano in 2 in una casa da 200 mq (lamentandosi di far fatica a mantenerla e gestirla, ma non riescono a venderla) e noi ad una via da loro pagando un mutuo da 700 euro al mese (per una casa che è un terzo), quando forse con un pò di buona volontà ed una ragionevole divisione degli spazi si potrebbe vivere tutti insieme e fare tutti meno fatica;
  • che 3 pizze da asporto ci costino 25 euro, che moltiplicati per 4 sabati al mese, per 12 mesi l'anno, fanno uno stipendio (uno stipendio in pizze, non so se rendo l'idea -.-');
  • che la metà dei nostri soldi vengano volatilizzati da bollette di gas, luce, acqua, telefono e assicurazioni;
  • che tutto questo porti al fatto che mio marito si sta perdendo praticamente tutta la vita di nostro figlio.
Cose che facciamo già per vivere meglio, consumando meno e più sano:
  • Usiamo l'aceto al posto dell'anti-calcare: è una bomba, costa meno e non è tossico (ok, se entrate nel bagno appena pulito sembra di essere una foglia di insalata, ma ne vale la pena!) leggi usi alternativi dell'aceto;
  • Facciamo pane, pizza e focacce in casa (col costo di una sola pizza presa fuori mangiamo bene in 3!);
  • Facciamo le marmellate e i dolci in casa;
  • Non mangiamo carne (principalmente per una scelta etica e perché non è necessaria, per saperne di più http://www.vegpyramid.info/;
  • Compriamo frutta e verdura biologiche dal G.A.S. (gruppo di acquisto solidale) del nostro paese;
  • Invitiamo gli amici da noi invece di uscire (i bambini sono più liberi, si chiacchera di più e non ci si deve vestire bene; se gli amici abitano vicini non si deve nemmeno prendere la macchina :) );
  • Invece di buttare i vestiti li aggiustiamo (ok, li aggiusta una signora e la paghiamo, perchè non so tenere in mano un ago -.-'); se è proprio il caso di cambiarli perchè non ci vanno più bene li doniamo e quelli del bambino li abbiamo prestati ad altri bambini;
  • Prendiamo i libri in prestito dalla biblioteca, comprando solo quelli che ci piacciono di più;
  • Stiamo attenti a non sprecare acqua e luce.
  • Con il progetto "Diamoci una mano" stiamo avviando un punto di prestito e baratto nel nostro territorio.
Ok, non è molto.

Cose che vorrei fare:
  • l'orto;
  • imparare a cucire e fare a maglia;
  • avere più tempo e fare la pasta in casa e le conserve;
  • Trovare un' alternativa ai consumi fissi.
Tutto questo perché sono un po' stufa dei miei falsi bisogni ( e ne ho parecchi... Passo davanti alle vetrine di scarpe e penso "Oddio che belle quelle ballerine, le voglio!" Poi mi fermo, rifletto: In lavanderia ho circa 30 paia di scarpe che mi vanno bene, 25 dei quali non metto mai. Mi servono le ballerine?!).
E soprattutto, soprattutto, perché voglio che la mia famiglia abbia il tempo di godersi il proprio tempo.






mercoledì 20 marzo 2013

Non facciamoci fregare...

Martedì mattina, 10.30, suona il citofono.
Già sul "chi và là?!"(non so da voi, ma da me se non aspettiamo visite, difficilmente quando suona il citofono è una cosa buona -.-') esco, vedo due persone al cancellino, mi avvicino.
"Salve :)" Dico.
"Salve!!! Siamo Tizio e Tizia stiamo passando per offrire una fantastica promozione di questa Fantamarca di aspirapolveri!"
 "Conosco il prodotto, è un buon prodotto, ma costa troppo per le mie tasche, perciò non vi farò perdere tempo..." 
"Ma Signora quanto pensa che costi?!" 
"Mille euro, ce l'ha mia madre." 
"Ehm, in effetti la cifra è più o meno quella... Ma abbiamo una fantastica promozione per la quale con solo 27 euro al mese l'aspirapolvere può essere suo!"
 "Guardi, davvero, non ne ho nemmeno uno da spendere extra, ho un bambino da mantenere e ne voglio altri, voglio risparmiare; calcoli che ci si è rotta la nostra aspirapolvere un mese fà e dobbiamo ancora portarla ad aggiustare, stiamo pulendo con la scopa."
"Con la scopa?!?!!? O_o Ma come fate?!?! Non pensa al bambino?!?! Agli acari?!?!" "Guardi che prima dell'aspirapolvere pulivano tutti con la scopa..." 
"Eh sì! Ma da cosa pensa che siano causate le allergie?!?!"
"Dalla troppa pulizia in verità, si informi..."
"Oh bè, se la pensa così spero che a suo figlio non venga mai l'allergia!"
Le parole sono un augurio, il tono vagamente una minaccia... 
Ora io dico, voi dovete fare il vostro lavoro e va bene, ma perchè puntare sull'eventuale ignoranza della gente?! E' una cosa immorale dai, far credere ad una madre che suo figlio un giorno soffrirà d'asma causa allergia agli acari perchè lei, incosciente, non ha comprato il FantaSuperAspirapolvere da millemila euro.
Non si fà.
Gli ultimi studi clinici tendono a dimostrare che "L'allergia agli acari non ha niente a che fare con la polvere e l'igiene, ed un eccessiva pulizia non risolve il problema" (clicca qui) e che anzi "Secondo quel che emerso dal II Congresso nazionale della Federazione delle società italiane di immunologia, allergologia, e immunologia clinica (Ifiaci), un bambino su 2 nel 2020 soffrirà di allergie per colpa della troppa igiene" (clicca qui).
Non facciamoci fregare!!

lunedì 25 febbraio 2013

Primo giorno di nido!

Stanotte ho dormito veramente male, sognavo in continuazione mio figlio in lacrime perchè lo lasciavo all'asilo nido.
A settembre nascerà il sorellino, proprio nei primi giorni di inserimento alla scuola d'infanzia e questa coincidenza di fatti mi ha dato da pensare fin dal giorno del test positivo...
Ero enormemente preoccupata che il mio Gengio potesse erroneamente pensare "Ecco, è arrivato lui/lei e io vengo mandato fuori casa!".
Ho pensato che fosse una buona idea dissociare i due avvenimenti, introducendolo alla vita scolastica ora, in modo che questa cosa inizi a far parte della sua routine, che non ci fossero sovrapposizioni di emozioni riguardanti altro al momento del distacco; e così lo abbiamo iscritto in un nido che ci è piaciuto molto per due mattine a settimana.
Oggi era il primo giorno di inserimento con distacco.
Mamma mia, avevo proprio paura che mi si attaccasse addosso, "Mi si spezzerà il cuore".
Non abbiamo mai avuto problemi di separazione, ma è anche vero che per le quattro ore in cui io ero al lavoro Simone è sempre rimasto coi nonni, quindi comunque figure parentali, per di più a casa nostra.
In questi giorni gli ho spiegato più volte come si sarebbe svolta la mattinata.
Arriviamo al parcheggio, scendiamo, ci tiriamo due palle di neve ed entriamo.
Un'educatrice ci viene incontro sorridente e ci accompagna allo spogliatoio, togliamo il giubbino e gli stivaletti, gli infilo i calzini anti-scivolo e mi giro per sistemare le sue cose nel suo scomparto, quando mi volto sta già correndo verso il salone :)
"Patata io vado :)" "Ciao mamma!" Mi schiocca un bacio e riparte spedito :)
Dopo mezz'ora torno a prenderlo, mi corre incontro felice e mi dice "Voglio restare ancora!" :)
Direi che è andata bene!!!

P.S. Alla faccia di quelli che in questi anni mi hanno triturato i marroni (scusate l'espressione colorita, ma di questo si tratta!) dicendomi che stavamo crescendo un mammone dipendente.
I fatti parlano per me: co-sleepingallattamento prolungato e disciplina dolce hanno reso nostro figlio un bambino solare, felice, educato e con un attaccamento sicuro!




domenica 10 febbraio 2013

"Adesso ti siedi 5 minuti a pensare!"

Tempo fà anche io come molti ero estremamente convinta dell'educatività intrinseca nel connubio "azione nefasta->conseguenza negativa". I testi di psicopedagogia sono intrisi di comportamentismo nelle più svariate sfaccettature ed io, ai tempi neolaureata in psicologia dello sviluppo ed educatrice alle prime armi, ben concordavo con la logicità di queste teorie.
E poi è arrivato Simone.
Ho cominciato a farmi domande. Sul mio ruolo, sui miei modi, sui miei obiettivi per lui.
Forse è più difficile mettersi in discussione per chi ha ricevuto un'educazione univoca; per me, figlia di una madre prima permissiva perchè giovanissima poi permissiva perchè sola a gestire cinque figli e di un padre estremamente autoritario e per nulla espansivo, colti i fallimenti di entrambi sulla mia pelle, è stato abbastanza naturale.
Ho cominciato a "diversamente informarmi". E ho letto un libro che è stato a dir poco illuminante "Amarli senza se e senza ma".
Partiamo dal mio ruolo. Chi sono io per mio figlio? "Metti le ciabatte!" "Mangia!" "Riordina tutto!" "Non rispondermi!"... Spesso sentiamo i genitori rivolgersi così ai propri bambini. 
Ma io non sono il suo generale.
Sono una guida, sono una fonte di informazioni, sono un approdo sicuro.
Non voglio comandare mio figlio, voglio capire le motivazioni dietro ai suoi comportamenti, voglio conoscerlo, voglio comprenderlo.
I modi.
Mia madre urlava dalla mattina alla sera, ogni tanto ci tirava qualche zoccolo, alcuni genitori castigano, altri sculacciano.
In primis ci tengo a precisare che la violenza è violenza, è mancanza di rispetto e non porta a nulla se non a generare terrore ed altra violenza, che sia una pacca sulla mano o una sculacciata, non ci sono scusanti ed a tal proposito vi invito a leggere questo articolo "Parlar chiaro sulle sculacciate".
Le urla intimoriscono allo stesso modo, hanno sicuramente il potere di farci scaricare il potenziale rabbioso, ma rientrano in pieno titolo nelle "pratiche da esercito" di cui faccio volentieri a meno; faccio pubblica ammissione ( ed i miei vicini lo potranno testimoniare) che in giornate particolarmente nere ho urlato anche io, pentendomene amaramente appena viste le lacrime sgorgare da quegli occhi innocenti; è capitato, capiterà, ma sicuramente non è la mia scelta educativa.
Idem dicasi per il castigo. Il castigo funziona, funziona benissimo, questo ve lo posso assicurare io e potete capirne il motivo leggendo qualcosa riguardo l'apprendimento per rinforzo e l'estinzione dei comportamenti indesiderati.
Un bimbo picchia un altro bimbo in un contesto di scuola dell'infanzia, la maestra lo riprende e gli dice "Adesso ti siedi 5 minuti a pensare!". Primo: vi posso assicurare che quel bambino non si sta facendo nessun esame di coscienza, sta pensando che la maestra è stata ingiusta. Secondo: il bambino picchierà di nuovo? No. Ma allora abbiamo ottenuto quello che volevamo! NO. Il bambino non picchierà più perchè avrà paura di essere visto dalla maestra e di essere messo in castigo, non perchè ha capito che è un gesto sbagliato.
Quest'ultimo punto ci porta dritti dritti agli obiettivi che abbiamo per i nostri figli.
Desidero formare la coscienza di mio figlio, desidero dar lui dei princìpi, che si comporti correttamente perchè sa distinguere cosa è giusto e cosa è sbagliato; non voglio che faccia così e non colà per timore di una conseguenza (anche perchè a questo punto, una volta sicuro di scamparla, non sarebbe più motivato ad operare nel bene, e forse anzi impegherebbe del tempo a pensare come combinare un certo pasticcio ed uscirne illeso, praticamente un futuro delinquente -.-'), o perchè glielo dico io (anche perchè un bambino che oggi fà "quello che gli dicono i genitori", domani sarà un adolescente che fà "quello che gli dicono gli amici" e insomma quando comincerà ad agire seguendo la propria testa?!).
Sono chiaramente obiettivi a lungo termine, ma ne vale la pena.
Vale la pena dare solo i limiti necessari e darli nel modo più accettabile, spiegando sempre le motivazioni.
Vale la pena di cercare la collaborazione e non l'imposizione.
Vale la pena ascoltare.


venerdì 25 gennaio 2013

Cresciamo bambini o soldatini?!

E' che proprio non ci siamo.
A partire dal fatto che alla riunione illustrativa della Scuola dell'Infanzia le educatrici mi consegnino un vademecum di regole cui abituare mio figlio. Certo, perchè tu, caro genitore, hai sicuramente sbagliato tutto. Ma non ti preoccupare, chè ci pensano delle perfette estranee a dirti come devi gestire la creatura! Minchia (eh, scusate il francesismo), a Carnevale mi sa che si vestono da Tata Lucia -.-'.
E nei fantomatici "suggerimenti per la nanna" che ti potevo trovare se non il sempreverde Estivill?!!? Nel sunto del metodo sono riuscite persino a renderlo peggiore di quanto già non ci avesse pensato l'amico Eduard. Eh sì, perchè qui si parte lasciando piangere il bambino da solo nella sua camera per almeno 5/10 minuti!
No, davvero, NON CI SIAMO.
L' inserimento. Parliamone.
Due ore a riempirsi la bocca di "la nostra prerogativa è il benessere del bambino" e poi mi dite che il primo giorno dopo 5 minuti lo devo mollare lì, in un posto che non conosce, con un adulto di riferimento che per lui è un emerito sconosciuto?! "Ma i bambini hanno visto la struttura a giugno! E poi noi abbiamo sempre fatto così e non abbiamo mai avuto problemi, è normale ed è giusto (N.B. "è GIUSTO"!!) che il bambino pianga!" Ah bè, se lo dite voi, allora apposto. Pensavo fosse normale e giusto dare a mio figlio quel minimo di accompagnamento che desse la sensazione di trovarsi in un posto sicuro, con persone fidate, giusto per salutarsi con un sorriso ed un "Ci vediamo dopo Amore :D". Per dire.
Ahhhhhhhhhhh, che rabbia.
Già mi sono irrigidita ieri sera alla frase "con la consulenza della nostra psicopedagogista tal dei tali...", un lampo, un ricordo, un pensiero "Oh fantastico, è la stessa che è venuta l'anno scorso allo spazio gioco: contro l'allattamento prolungato, contro il cosleeping, pro castigo. Perfetto -.-'", sapevo che sarebbe andata male da lì.
Per carità, so benissimo che non si possono coccolare contemporaneamente 80 bambini, ho lavorato nelle scuole materne e per quanto ci si possa impegnare si dà un pò ad uno ed un pò all'altro. Da qui a consegnare un opuscolo con il metodo di Estivill ce ne passa però.
Ma questa gente non lo sa che tutte le associazioni pediatriche hanno preso le distanze da "Fate la nanna"?! Ma questa gente non sa nemmeno che persino Eduard l'Irriducibile, ormai senza attenuanti, ha dovuto parzialmente ritrattare dichiarando che "il metodo non và applicato in nessun caso sotto i 3 anni di età"?!
Ma questa psicopedagogista una volta laureatasi abbracciando Skinner ha posato per sempre gli occhiali da lettura?! Non le dicono niente autori di fama e prestigio internazionale quali Alfie Kohn, Carlos Gonzales, William Sears e James McKenna?! Mi pare di no.
E mi pare proprio che non ci siamo.

“Metodo Estivill”, nessun valore scientifico e minaccia per lo sviluppo affettivo dei bambini
Incredibile Estivill: un passo indietro!
Si può educare senza ricorre a punizioni, castighi e premi? Alfie Kohn: Amarli senza se e senza ma
Carlos Gonzales- Besame Mucho
Il pediatra William Sears incoraggia i genitori a fidarsi della propria intuizione ed a rispondere ai bisogni notturni dei loro neonati e dei loro bambini.
McKenna illustra la naturalezza e l’importanza di dormire accanto ai propri figli da un punto di vista emotivo ed evolutivo.
Per educare i bambini basta metodi: sono persone!
E se poi prende il vizio?